La normativa per il marketing degli studi odontoiatrici

normativa pubblicità dentisti

La normativa per il marketing degli studi odontoiatrici, relativa alla possibilità di fare della pubblicità ed acquisire nuovi clienti, è molto recente. Si è iniziato a trattare della propaganda e della pubblicità dal 2006 ma prima di questa data, un dentista, come un altra figura sanitaria, poteva farsi conoscere solamente tramite il passaparola dei pazienti precedenti. Dal 2006 ad oggi, la normativa per il marketing è nettamente cambiata permettendo ai dentisti, e  alle altre figure sanitarie, di potersi far conoscere attraverso tutti gli strumenti digitali.

Con l’Advertising non sarà più una sorpresa il volto dell’odontoiatra per il paziente, così come lo studio dove andrà a passare la visita, così come le sue tariffe e la sua filosofia sanitaria.  Potrà avere un suo profilo professionale su social network come Facebook, Instagram, potrà crearsi un sito web professionale e potrà posizionarsi online su Google con facilità, affidabilità e precisione. Potrà condividere le sue tariffe, le recensioni dei pazienti attuali e passati, la sua visione sanitaria ed i trattamenti sanitari che metterà in atto, e pubblicare gallerie fotografiche e video dimostreranno le sue qualità e le sue doti, la sua agenda e dov’è ubicato il suo studio. Tutto questo, prima del 2006, non era consentito dalla vigente normativa.

Leggi sulla pubblicità sanitaria

Le leggi sulla pubblicità sanitaria prevedono che il professionista sanitario possa fare e farsi pubblicità trattando argomento coerenti, corretti e veritieri alla sua professione. È severamente vietato fare pubblicità sanitaria che possa ingannare il futuro e attuale paziente o che possa creare in lui confusione e disagio. Le leggi sulla pubblicità prevedono infine che non ci sia violato  l’obbligo del segreto professionale. Si tratta di una normativa molto severa, che prevede sanzioni qualora non venga rispettata. Il messaggio che deve essere trasmesso non può trarre in inganno, dovrà essere lineare e chiaro.

Legge Bersani e legge Boldi

La legge Bersani del 2006 (Decreto legge 223/2006) ha permesso alla figura sanitaria di poter esercitare la sua volontà ed il suo diretto a fare marketing sanitario. Il marketing sanitario è stato intrapreso da tutte le figure sanitarie ed è stata una vera e propria rivoluzione. Essendo una novità ognuno la utilizzava a modo suo e si sono presentati dei problemi quali la forte pressione sui pazienti, sulla tariffa, una vera e propria gara per chi riuscisse di più ad emergere.

Il paziente aveva si modo, grazie alla legge Bersani, di conoscere la figura professionale, ma insorgevano in lui anche dei timori e delle preoccupazioni causate dal messaggio sbagliato trasmesso con il marketing.

Questi problemi sono stati risolti nel 2018 con la legge dell’onorevole Rossana Boldi la quale ha detto stop al marketing aziendale così aggressivo che portava solo a malessere e confusione nei pazienti, affermando quindi che gli studi odontoiatrici per fare pubblicità dovessero, non soltanto puntare sulla promozione,  ma dovevano puntare all’informazione sanitaria, in linea con quanto intendeva la legge Bersani in materia di “pubblicità informativa”, contenente quindi informazioni funzionali ed evitando messaggi falsi ed ambigui, con promesse del tipo “sconti”, promozioni, o visite gratuite, identificando la figura del “Direttore Sanitario” quale responsabile della correttezza e della trasparenza delle informazioni. Scopo del legislatore, quello di far comprendere il giusto rapporto tra tutela della salute e libertà di iniziativa economica.