Rapporto medico-paziente: 3 strategie per la relazione tra dentista e pazienti

rapporto medico-paziente

Il rapporto medico-paziente è uno dei pilastri fondamentali per il successo di uno studio medico. Il settore odontoiatrico non fa eccezione: anzi, essendo la cura dei denti un tema molto delicato per le persone, un buon odontoiatra deve mettere al centro della sua strategia una comunicazione efficace con la pazientela.

Nelle richieste di consulenza dentistica che ricevo, spesso noto poca attenzione dei dentisti nell’essere attenti ad adottare un giusto approccio comunicativo. Per questo ho deciso di scrivere questa breve guida per mettere sotto i riflettori l’importante del rapporto il dentista e i propri pazienti.

Nel rapporto medico-paziente, esistono tre strategie che creano un patto di fiducia molto solido:

  • assenza di paternalismo medico
  • empatia verso il paziente
  • comunicazione assertiva.

Evitare il paternalismo medico

paternalismo medico

Oggi nella relazione medico-paziente è  diventata prassi comune evitare il paternalismo medico. Quella concezione etica propria del giuramento di Ippocrate che prescrive di agire senza chiedere l’assenso del paziente per il suo bene.

Ciò perché si ritiene che la condotta paternalistica di un medico è dettata dal fatto che questi abbia la competenza tecnica per prendere una decisione in vece del paziente.

Questo modus comportamentale è cambiato da alcuni anni. Infatti oggi si parla di medicina centrata sul paziente, che applica il principio delle relazioni terapeutica, in cui il paziente viene attivamente coinvolto nel processo decisionale.

In questo modo, oltre a essere informato, è libero di esprimere il suo parere in merito al percorso che andrebbe intrapreso.

Ovviamente, il paziente non deve sostituirsi al dentista, decidendo sul da farsi autonomamente. Invece, il significato reale è il ruolo attivo che assume nella decisione sul percorso da intraprendere, che lo riguarda personalmente.

Un esempio pratico riguarda la presentazione del preventivo odontoiatrico. In questa fase, l’odontoiatra può spiegare in modo chiaro e semplice gli interventi da fare, fornendo motivazioni valide e i vantaggi per il paziente. Tuttavia, è bene anche considerare i rischi di certe operazioni odontoiatriche, facendoli presente a chi si sottopone alla cura.

In alcuni casi, lo studio dovrebbe fornire la possibilità ai pazienti di modificare il preventivo odontoiatrico: se un paziente ritiene non urgente la cura di una carie non grave, dirottando la propria disponibilità economica verso un intervento odontoiatrico più importante, deve essere libero di farlo senza obiezioni.

In questo modo, si tutela la capacità di autonomia e autodeterminazione del paziente, elemento imprescindibile per un corretto rapporto terapeutico. Ma soprattutto, preserva lo studio dentistico da eventuali beghe legali: una pazientela che firma un consenso informato odontoiatrico  non avrà modo di addebitare alcuna responsabilità al dentista se consapevole di aver accettato un piano di cura, compresi i rischi, in modo responsabile e autonomo.

Entrare in empatia con il paziente

Entrare in empatia con il paziente

Entrare in empatia con il paziente è un’altra strategia che non bisogna trascurare nel rapporto medico-paziente. Anzi, è il fulcro centrale del patient relationship management in odontoiatria.

La prima cosa da fare per instaurare un rapporto empatico è quello di chiamare il paziente per nome. In questo modo si instaura fin da subito un rapporto confidenziale.

Poi il medico deve subito capire i sentimenti del paziente, senza però essere accondiscendente e sottostare alle sue volontà, ma comprendere lo stato emotivo in cui versa e comportarsi di conseguenza.

Fondamentale è mostrarsi come una persona piuttosto che un medico. Ciò perché il lato umano deve sempre prevalere su quello professionale, in modo da instaurare un rapporto solidale con il paziente. Nel caso di un dentista, è controproducente ricordare al paziente l’importanza della cura e prevenzione dei denti, oltre a rimproverarlo, seppur in modo bonario, di non recarsi regolarmente dal dentista. Un atteggiamento del genere mette la pazientela sulla difensiva, creando una barriera difficile da superare.

Invece, sono più utili l’ascolto attivo e la rassicurazione senza cadere nel giudizio tecnico. Un dentista che usa l’empatia riesce a mantenere un approccio maggiormente obiettivo verso il problema di salute del paziente, fornendogli gli strumenti per affrontarlo nel migliore dei modi, senza paure e angosce, senza la necessità di fare leva sulle mancanze.

Approfondisci: Come comunicare con il paziente durante le cure odontoiatriche

Usare la comunicazione assertiva

Comunicazione assertiva tra medico e paziente

 

L’uso della comunicazione assertiva nel rapporto medico-paziente si riferisce alla capacità di esprimere esplicitamente ed efficacemente le proprie emozioni e opinioni per raggiungere i propri obiettivi, rispettando sempre l’interlocutore.

Per trovare le giuste soluzioni ai problemi, un dentista deve sviluppare e migliorare l’assertività tramite una comunicazione congrua, coerente e chiara sia verbalmente che non verbalmente.

Usare la comunicazione assertiva consente al medico di non lasciarsi travolgere dagli accadimenti, gestendoli in modo saggio ed efficiente.

Il potenziamento delle capacità assertive inizia con lo sviluppo di una conoscenza adeguata sia delle proprie che altrui emozioni.

Un medico assertivo mostra sana autostima, e quest’ultima crea grande benessere psicologico. In questo modo, è in grado di comprendere i sentimenti, i pensieri e i comportamenti del paziente.

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