Fare personal
branding significa “
vendere la propria persona” ad un’utenza e diventare un punto di riferimento per quell’utenza. Vendersi ad un’utenza vuol dire offrire ad un target di mercato dei contenuti personali. Per fare un buon personal branding occorre studiare una
strategia di content marketing efficace. E’ inutile procedere alla rinfusa, bisogna valutare i contenuti personali da offrire, contenuti che devono essere di un certo valore e devono accattivare il target a cui mi rivolgo. Appuntare una strategia di content marketing per fare personal branding è utile anche per selezionare il
target di riferimento. Il principio alla base del personal branding è comunque quello di creare una relazione con l’utente, questa relazione non può essere uguale con tutti fin da subito. A chi non conosce ancora il mio brand personale offrirò dei contenuti ridotti, magari inizialmente informativi (attraverso un post su Facebook o un video, per esempio). A chi invece conosce già la mia storia personale, offrirò dei contenuti più approfonditi ed in cambio chiederò una risposta più incisiva (ad esempio, di iscriversi alla mia newsletter).
Ma scopriamo insieme a chi può essere utile fare personal branding e per quali ragioni.
A chi serve fare personal branding
Oggi fare personal branding e vendere sé stessi agli utenti serve a chiunque voglia fare business online, indipendentemente dall’ambito in cui si opera e dal ruolo che si ricopre. Ad esempio,
un libero professionista che voglia aumentare il numero di clienti o di collaborazioni, deve fare un buon personal branding studiato nei dettagli. Una strategia di contenuti in questo caso può essere lo
storytelling, il professionista deve raccontare la storia personale e professionale in modo da catturare l’interesse del suo pubblico. Sempre in questo caso, può essere utile infarcire il racconto con testimonianze di vecchi collaboratori che possano amplificare la credibilità dei contenuti.
Fare personal branding non serve solo a chi è già nel mondo del lavoro e vuole ampliare le proprie conoscenze ma è utile anche a quei
giovani professionisti che si affacciano per la prima volta nel mercato del lavoro e sono in cerca di un’occupazione. In questo caso è utile fare personal branding sui social perché molte aziende sbirciano i profili dei possibili candidati sui principali social network (LinkedIn, Instagram e Facebook).
Il personal branding serve anche alle aziende
Il personal branding oggi è sempre di più
utile anche alle aziende. Ma perché il manager di un’azienda, con un ottimo lavoro, dovrebbe promuovere sé stesso e la propria storia personale e professionale? A pensarci bene, la risposta è alquanto semplice e attiene al senso di fiducia. Per i clienti è importante umanizzare l’azienda, associare all’azienda dei volti di persone, conoscere le storie di chi fa parte di quell’impresa e contribuisce al suo successo. Dati statistici rivelano che il cliente si fida otto volte in più di un prodotto o servizio aziendale quando a promuovere quel prodotto o servizio non è l’azienda ma un suo componente, che sia un dipendente o un dirigente, e questo tipo di promozione genera sette volte in più la possibilità di catturare nuovi clienti. Infine, un altro dato da tenere in considerazione è che un dipendente o un dirigente che fa personal branding avverte un senso di ottimismo maggiore verso il futuro dell’azienda ed è pertanto stimolato a lavorare meglio.
Esempio di personal branding
Nel variegato mondo del lavoro digitale, sono tanti i professionisti (come blogger o influencer) che hanno raggiunto il successo grazie al personal branding e a strategie ben studiate di content marketing. Un esempio è sicuramente quello di Chiara Ferragni, la cui vita personale è intrecciata al percorso professionale e alla sua fama mondiale. Chiara Ferragni è la fondatrice del blog the Blond Salad ed ha lanciato anche una linea personale di borse e scarpe. Ma quello che ha inciso maggiormente sulla sua carriera è la sua vita e le vicende familiari, rese note al pubblico tramite i social. E’ tra le giovani imprenditrici più seguite, testimonial di influenti brand della moda. Si è esposta in prima persona nella lotta contro la violenza di genere e le disparità verso il mondo femminile. E’ stata insignita della massima onorificenza dalla città di Milano per il suo impegno nella raccolta fondi per l’Ospedale San Raffaele durante la prima ondata di coronavirus. Insomma, la sua storia, la sua vita privata e il suo impegno in cause che non hanno a che fare direttamente col suo lavoro l’hanno resa, più di tutto, una delle donne più influenti al mondo.